Coaching
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Berardo Berardi
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Il tempo scorre inesorabile. E questa è un’ovvietà. Quello che cambia, invece, è la percezione che abbiamo di esso. E questo sotto molteplici aspetti.
Se siete tifosi di calcio o di qualsiasi altro sport, che prevede che il gioco si svolga in un certo determinato lasso di tempo (per il calcio 90’), provate a fare questo esperimento: guardate una partita importante, della vostra squadra, in compagnia di amici (è consigliato scegliere persone con cui il rapporto di amicizia è a prova di fede calcistica) che tifano per la squadraavversaria.
Immaginate che, ad un certo punto della partita, la vostra squadra stia vincendo, magari di un solo gol.
E’ molto probabile che, la sensazione che avrete del tempo, è che scorra lentissimamente e che non passi mai.
Ma, nello stesso istante, se provate a chiedere ai vostri amici, tifosi della squadra avversaria, che sta perdendo e sta provando a rimontare, che percezione abbiano del tempo che passa, è molto facile che vi rispondano che hanno la sensazione che il tempo stia volando. Due percezioni opposte.
Eppure l’evento, a cui state assistendo, è lo stesso e siete nello stesso luogo.
Questo semplice esempio, facilmente verificabile, ci dà la dimostrazione del fatto che, contrariamente a quello che siamo soliti pensare, il tempo, mentre scorre oggettivamente, alla stessa velocità per tutti, nel concreto è percepito essere troppo o poco, troppo veloce o troppo lento, in relazione a quello che si sta facendo o delle aspettative che stiamo coltivando o di quello che sta succedendo, nella situazione in cui siamo.
Naturalmente, tralasciamo tutte le questioni legate alla Teoria della Relatività di Einstein, nella quale è dimostrato che lo spazio percorso ha un impatto sulla velocità con cui il tempo trascorre. Così come mettiamo da parte tutto quello che si sta scoprendo, in relazione al tempo, nell’ambito della fisica quantistica. Ci limitiamo, in questo articolo, a parlare della percezione del tempo, nello scorrere della quotidianità, per come la viviamo da esseri umani.
Un business coach può essere un grandissimo supporto, nella gestione del tempo, intanto per una considerazione elementare.
Come abbiamo visto in altri articoli, uno dei vantaggi di affidarsi ad un coach è il fatto che ci si affida ad una persona che vive gli eventi in posizione dissociata.
Questo gli conferisce una lucidità che il cochee, in quanto associato agli eventi, può non avere e fa in modo che, quest’ultimo, possa confrontarsi con essi, con una diversa e maggiore consapevolezza. Ora, questa considerazione è quanto mai fondata, per quello che attiene alla gestione del tempo. Spesse volte, infatti, le persone sono così associate a quello che fanno che, pur sapendo che il tempo scorre, non riescono a gestirlo nella giusta dimensione o non riescono a calibrarlo, in relazione alle loro azioni. In tal senso un coach è un costante richiamo a considerare il tempo, in una prospettiva più funzionale ad un corretto piano di azione.
La percezione del tempo, come dicevamo, cambia in funzione di diversi fattori. L’esempio con cui abbiamo aperto l’articolo ci ha dato già una prospettiva e abbiamo visto che la percezione cambia, in funzione delle aspettative. Ma esso cambia anche in funzione di altro.
Uno dei fattori che determinano questo cambiamento percettivo è la stessa genetica.
Diversi studi hanno dimostrato, per esempio, che le persone si dividono in due categorie:
- I gufi
- Le allodole
I gufi sono quelli che danno il meglio, man mano che la giornata passa e si va verso la sera o, addirittura, la notte. La mattina, alcuni sono più vicino allo stato di “vegetale”.
Al contrario, le allodole sono coloro i quali, il sole sta ancora sorgendo e già sono pimpanti e pronti a dare il meglio di sé; ma verso l’imbrunire cominciano a spegnersi, fino ad arrivare completamente privi di energie, quando il sole è andato a dormire.
La gran parte delle persone, manager, imprenditori e professionisti compresi, non sono consapevoli di questa distinzione e non sanno se appartengono al gruppo dei gufi o a quello delle allodole. Di conseguenza, non conoscendo questa distinzione, è molto probabile che non ne tengano conto, nella pianificazione della propria agenda.
E, allora, si costringono a svolgere attività molto impegnative, in momenti della giornata in cui, il proprio profilo di gufo o di allodola, li rende molto meno efficienti di quanto lo sarebbero, se scegliessero di pianificare le proprie attività, assecondando la loro caratteristica.
Un business coach quando, per esempio, ha a che fare con un cochee che è sempre in affanno e, magari, manifesta sintomi di stanchezza o stress, può portarlo ad auto indagare su questo aspetto, per aiutarlo a comprendere meglio a quale delle due categorie appartiene e, di conseguenza, a verificare se la propria agenda è pianificata in maniera compatibile con la propria genetica o se non sia il caso di ripensarla, almeno nella parte degli eventi che sono sotto il suo controllo o che non siano necessariamente posizionabili in certe ore della giornata, per spostarli i momenti in cui si è più efficienti.
Altro aspetto su cui un bravo coach vigila e conduce il cochee in una corretta autoconsapevolezza, è la questione del focus.
Come sappiamo, il nostro cervello è strutturato in modo che, in ogni esperienza, non riusciamo a dare attenzione, contemporaneamente a tutto quello che accade, ma solo a pochissimi elementi. Questa caratteristica, a livello di mindset, è chiamata focus. Ne abbiamo già parlato in un articolo precedente.
Ora, il focus funziona anche a livello tempo. Per come lo possiamo percepire noi, il tempo è strutturato in tre dimensioni: passato, presente e futuro.
Il cervello tende a lavorare per schemi abitudinari. Questo vale per tantissime cose. Per esempio, molte persone, tutte le mattine, escono di casa per recarsi al posto di lavoro e, facendolo tutti i giorni, percorrono sempre la stessa strada. Questo comportamento è così abitudinario, che lo fanno senza pensarci, tanto è vero che il giorno in cui una persona deve fare una commissione, prima di andare a lavoro, facendo una deviazione sul percorso abituale, deve portare la sua concentrazione su questa deviazione, altrimenti il cervello, in automatico, lo porterà a fare il solito percorso e la persona, immersa nei suoi pensieri, si ritroverà al posto di lavoro, senza aver fatto la commissione. Sappiamo che questo capita a quasi tutti.
Il focus funziona in questo modo.
Ogni persona tende a focalizzarsi, in circostanze analoghe, sempre sugli stessi elementi.
Per esempio, quando conosciamo una persona nuova, ognuno di noi cerca di approfondire la conoscenza, focalizzandosi sempre su elementi precostituiti, appartenenti al suo schema di conoscenza.
Il focus sul tempo funziona allo stesso modo. Per cui, sotto questo profilo, possiamo distinguere tre categorie di persone: quelle che hanno costantemente il focus sul presente, quelle che lo hanno costantemente sul futuro e quelle che lo hanno sul passato.
Ora, non è che una di queste sia migliore o peggiore delle altre due.
Focalizzarsi su una dimensione del tempo specifica, ha vantaggi e svantaggi.
Per semplificare, possiamo dire che:
- Chi si focalizza sempre sul passato è molto attento agli insegnamenti che le esperienze gli hanno portato;
- Chi si focalizza sul presente è molto attento affinché faccia le cose che deve fare, qui ed ora;
- Chi tende a focalizzarsi sul futuro è molto attento alle conseguenze ed alle prospettive che le cose, che stanno accadendo adesso, produrranno.
Di contro, l’attenzione agli aspetti, finisce per penalizzarne altri, per cui chi si focalizza prevalentemente sul passato, tende ad essere poco progettuale, chi si focalizza sul presente a fronte di una grande operatività, si concentra poco sulle conseguenze delle sue azioni e chi si focalizza prevalentemente sul futuro, non indaga sulle cause di quanto sta accadendo o potrebbe accadere, anche se le conseguenze potrebbero essere non piacevoli.
Sono, naturalmente, generalizzazioni.
Ma, un bravo business coach non trascura questo aspetto.
Quando è in azione, cerca di capire su che cosa il suo cochee si focalizza, in relazione al tempo e le sue domande sono proprio finalizzate a spostare il focus. Per cui, se ha a che fare con una persona che è focalizzata sul passato o sul presente, potrebbe spostare la sua attenzione con domande del tipo:
“Ti sei chiesto, che conseguenze porteranno queste scelte che hai fatto adesso?”
Se ha a che fare con una persona costantemente proiettata sul futuro, potrebbe fargli una domanda di questo tipo:
“Ok, bellissimo progetto, ma cosa stai facendo, oggi, affinché quello che ti aspetti accada? Sei sicuro che tutto quello che hai messo in campo Ti porterà a quel risultato?”
Come al solito, l’abilità del business coach non sta nel fare previsioni o mettere luce su aspetti che il cochee sta trascurando, ma nel portarlo, con le giuste domande, a spostare il focus su aspetti che sta trascurando.
Alle volte, le persone tendono a spostare il focus sul tempo, non tanto o non solo perché il proprio selettore naturale li porta a prediligere l’attenzione su una specifica dimensione temporale, ma in quanto sono indotti da altri fattori del mindset, come i valori, le credenze, le conoscenze.
Per cui, magari siamo indotti a pensare al passato, in quanto un fatto che ha toccato qualcosa di importante, per noi, ci porta a concentrarci costantemente, su quella dimensione.
Si pensi, per fare un esempio, alla sofferenza d’amore: chi è stato lasciato da una persona che ama, tende a stare costantemente con la testa, a quello che è successo indotto, peraltro, dal fatto che si trova in uno stato, che potremmo definire alterato, in quanto niente altro sembra avere importanza.
In questo caso, la distorsione deriva dall’incidenza della sua scala valoriale.
Oppure, si pensi al rapporto con il successo, inteso come conseguimento di un risultato. Se analizziamo coloro i quali ottengono una vittoria, possiamo distinguere tra coloro i quali tendono a prolungare i festeggiamenti, dando estrema importanza al risultato ottenuto, come punto di arrivo e coloro i quali tendono a non soffermarsi, più di tanto, sui festeggiamenti, spostando attenzione sul successivo obiettivo, considerando il successo conseguito, come un punto di partenza, per un nuovo risultato.
Come si vede, la focalizzazione sulla dimensione temporale, in questo caso, è determinata dal modo con cui si gestisce la vittoria (o la sconfitta). Anche in questo caso, non c’è giusto o sbagliato. Le persone che, conseguito un risultato, tendono immediatamente a focalizzarsi sull’obiettivo successivo sono persone che, nella vita o, quanto meno, in uno specifico settore di essa, tendono ad essere vincenti; la contropartita e che, non poche volte, finiscono per non godersi i successi che ottengono.
Le persone che indugiano nei festeggiamenti, quando arriva la vittoria, si godono realmente quello che ottengono, ma corrono il rischio che la vittoria sia un fatto sporadico, nella propria vita, se non addirittura episodico o isolato.
Ecco il ruolo del coach può essere quello di portare il cochee a dare attenzione alla dimensione temporale che viene trascurata, evidenziando elementi che hanno importanza, per il cochee, che rischia di trascurare, non focalizzandosi su una certa dimensione.
Gli esempi fatti mettono in evidenza prevalentemente l’incidenza dei valori sulla percezione del tempo. Ma potremmo fare esempi analoghi, per quanto attiene alle credenze e le conoscenze. E’ evidente che il coach può svolgere un ruolo importante, nel miglioramento che il cochee può ottenere, nel rapporto che ha con la dimensione del tempo, lavorando proprio sulle credenze e sulle conoscenze, così come abbiamo visto, negli articoli in cui abbiamo trattato questi specifici aspetti. La ristrutturazione di una credenza o l’approfondimento di una conoscenza, possono portare il cochee a dare attenzione ad aspetti temporali che sta trascurando e che, invece, meritano attenzione e, al contrario, a togliere attenzione ad aspetti che, in un momento poco aiutano all’efficacia operativa e strategica.
Ecco, ancora una volta giungiamo alla stessa conclusione: un bravo business coach porta consapevolezza, nel cochee, In questo caso, sul fattore tempo.
E il tempo, molte volte, più che la correttezza delle scelte, fa la differenza, tra chi vince e chi perde.